giovedì 11 agosto 2011

Le parole...che strane...

Vi siete mai chiesti dove finiscono le parole quando ne avete più bisogno?!?
Quelle piccole e docili parole che al momento giusto vi farebbero tanto comodo?!? Eh?!? Dove finiscono?!? Magari, proprio in quel momento, quello che attendete da sempre, in cui finalmente potete far valere il vostro diritto di replica; proprio quel giorno in cui dovete prendervi le ragioni che vi spettano. Attendete che la parola passi a voi e nel momento stesso in cui schiudete le labbra per dar voce ai vostri pensieri…Puff…niente più parole. Dove sono?!? Certo è che sono fuggite dalla testa che ormai non è altro che un cesto vuoto in bilico sul tavolo. Dove si nascondono?!? Nei piedi?!? Nelle mani?!? Già le vedo solleticare tendini e muscoli mentr fuggono lontano; oppure abbandonano il corpo, lasciano pelle, ossa, legamenti per crogiolarsi nelle acque tiepide del vostro caffè, massaggiate dal lento rimestare del cucchiaino. Un vostro fugace attimo di follia, disperazione forse, le vede addirittura sommarsi alle parole del vostro interlocutore, hanno un ghigno malvagio di chi vuol farvela pagare per tutti gli “a me mi” le errate coniugazioni e tutti gli errori grammaticali che avete sfoggiato per una vita intera. Ma no, sono lontane, sono forse ritornate alle pagine di giornale, ai manifesti pubblicitari o alla voce dello speaker del radiogiornale delle otto. Non si sa dove siano andate a finire, qualcuno giura di esser rimasto senza parole per una settimana, perché erano fuggite in villeggiatura sulla costiera Amalfitana. Altri hanno giurato di avrle riconosciute tra le vetrine di via del Corso a Roma con cappelli panama e mocassini di camoscio. Resta il fatto che voi, in quello che potrebbe essere il giorno più importante della vostra vita, siete privi di parole. Eppure basterebbe poco,  un "No! Io non la apenso così!" oppure " non è solo come dici tu" o cos'altro?!? Insomma basterebbero poche lettere per comporre un parole sufficiente a non provare quel senso di costante insoddisfazione; basterebbe anche il desiderio di una parola, un "sigh" o un'espressione diversa dalla solita faccia da decelebrato. Eppure non ci sono, sparite e a voi non resta che abbozzare e sperare che non siano in villeggiatura alle Maldive. E dopo qualche minuto, quando tutto è finito, la vostra grande occasione sfumata, eccole lì, le parole; prima un pensiero confuso e poi nuovamente al loro posto, tra le labbra, nella mente, nel cuore, in ogni parte del corpo, come dalla penna di uno scrittore immaginario vi sentite lentamente riempire come un foglio bianco, e riconoscete, in una piccola appendice, quel magnifico discorso che avrebbe messo a tacere tutti. Se non fossero parole direi che ci guardano con lo sguardo di chi la sa lunga, di chi ha deciso di fuggire per scongiurare un pericolo, perché spesso ciò che diciamo può compromettere rapporti, intaccare sentimenti e sciogliere in lacrime gli animi più solidi. Ma in fondo sono semplici parole che vanno e vengono a ritmo delle stagioni del nostro cuore, che si scontrano tra loro sull’inicpit di una indecisione, e si sciolgono in vento e lacrime sul ricordo di un amore. Si stiracchiano e ritornano al loro posto.

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