lunedì 3 giugno 2013

RICCHEZZA MANDAMI VIA!

Strana la ricchezza...no, ricominciamo. Strani i ricchi...si, meglio.
Ieri passeggiavo tra i moli del porto e mi sono imbattuto nei megayacht di... posso solo immginare chi possa permettersi natanti del genere.
Beh, tra un passo lento e un'occhiata affascinata, proprio nell'istante in cui avevo finalmente trovato la barca dei miei sogni, con cui nutrire le mie fantasticherie marinaresche, eccolo lì, con il suo motorino elettrico, il guardiano : "Signore, ha la barca qui?"
"magari", avrei voluto rispondere ma, da bravo cittadino e da incapace mentitore, ho spiegato i motivi del mio trovarmi lì.
Mi ha mandato via immediatamente (maco avessi la peste) e la spiegazione è stata: "ad alcuni da fastidio".
Puoi immaginare caro lettore come mi sia sentito.
Il primo pensiero è stato: "I miei occhi hanno un limite oltre il quale non li è permesso di inoltrarsi. Diciamo pure che possono ammirare barche entro i cinquanta mila euro." o forse no? E chi è a stabilirlo? C'è forse una commissione scelta il cui compito è quello di istituire vere e proprie soglie di visione? E in base a cosa decidono se un cittadino può o non può ammirare un megayacht? Bisogna presentare la dichiarazione dei redditi, un po' come per l'iscrizione all'università?
Mi sto lasciando trasportare dalla fantasia alla ricerca di una risposta, ma, immagino, sia comprensibile visto che per un istante mi sono sentito povero. Bada bene, caro lettore, ci si può sentir poveri in tanti modi, nessuno dei quali deve per forza considerare il lato economico di un individuo. Mi sono sentito escluso, come i cani che non possono entrare nei negozi, come se non appartenessi al mondo o meglio, come se quell'angolo di banchina fosse parte di un club esclusivo...in cui il mare è più pulito, l'aria sa di gelsomino e cannella ed il sole è più indulgente sulle teste degli avventori. Che strano, in fondo siamo uguali tutti, e nel rispetto della pivacy, ognuno dovrebbe esser libero di passeggiare ovunque, anche dove sono ancorate le barche dei  più agiati...o forse questa crisi ha cominciato ad intaccare la mente di qualcuno, rendendola diffidente da chi, come lui, non possiede un conto in banca sufficientemente astronomico...ed ecco lì che è fatta, in ogni angolo di strada, vede uno straccione nel suo vecchio pandino, pronto a rapinarlo...o forse ha paura di esser infettato dal morbo della crisi...o forse, si crede ormai specie così rara da confinarsi in riserve private in cui è vietato alcun tipo di intrusione, affinché le specie protette possano condurre liberamente le loro vite.
Beh, signori, rispettiamo ogni vostra scelta...l'imporante è che non ci facciate sentire più poveri di quanto già non siamo...ricordando che la povertà non è semplicemente una condizione dettata dall'economia ma sempre più spesse frutto di un'opinione che rivela lo scarso interesse per il prossimo e denuncia una piena noncuranza di un principio fondamentale: siamo tutti figli dello stesso cielo. E proprio perché sono convinti di ciò, cari sognori ricchi, ho deciso che non verrò più a passeggiare tra le vostre barchette in rispetto della vostra vita privata e soprattutto per esser sicuri di non contagiarvi, quale che sia il virus che mi porto addosso. Perché, signori ricchi, io al prossimo ci tengo.