venerdì 25 novembre 2011

Da "Poesie a scoppio"


25)
Eppure, lo siete stati anche voi, piccoli rivoluzionari
dalle ossa fragili, lievi voci umide di motti
e slogan piovuti da riviste e quotidiani.
Marciavate in schiere di tre, quattro compagni,
tra le mura scalcinate degli istituti in cui
crescevate le vostre vite, vi sentivate grandi,
in grado di cambiare tutto, anche le lampadine
delle presidenze oscurate dal gretto materialismo
del potere.
Avevate tutto, giovinezza, bellezza, sesso, labbra
carnose piene di parole sconce e di sogni e ideali,
mani sottili strette in pugno, capelli al vento, fasce
e bandane rosse, bottiglie di vino, chitarre e canzoni
uscite chissà da dove; Striscioni lunghi sentieri
di sogni.
Avevate tutto. E ora, eccovi lì, ormai ridotti alla copia
ideale che nessuno mai avrebbe sospettato.
Siete il ritratto sputato dei vostri padri, seduti ai tavoli
dei bar, tra birre e carte napoletane, in tute di flanella,
le pance rigonfie di nulla, a parlare del niente che ormai
vi circonda. Aveste almeno avuto il coraggio di esser come
le vostre madri. Fatiche sprecate, ecco la vostra generazione,
la mia generazione. Eccola. Eccola.

mercoledì 23 novembre 2011

Il condominio Caldara e l'impianto di irrigazione...


Come ogni condominio che si rispetti, il Condominio Caldara ha il suo cortiletto adorno di aiole capienti in cui spuntano piante d’ogni specie, dal dubbio gusto, accostate quasi per caso. È così che da un folto roseto vedrete spuntare il fusto grinzoso di una palma. Fonti attendibili, la ormai nota Signora Scricchione, spiega questa varietà di specie al susseguirsi di amministratori dal gonfio pollice verde, che hanno voluto lasciare il segno del loro mandato, in questo modo. Le palme, per esempio, furono fatte piantare dal signor Corbazzi, la cui amministrazione durò circa due anni. Il signor Corbazzi era un amante dei climi tropicali, parte della sua vita l’aveva passata tra l’Italia e un atollo Caraibico, dove, voci autorevoli sostenevano, avesse un’altra famiglia. Non attecchendo le palme da Cocco, si accontentò delle cugine ormai diffuse in Italia ma per due anni, obbligò la signora Scricchione a rifornire le palme di cocchi fatti venire direttamente da Wagalugabungalaga. Le rose, invece, furono piantate personalmente dalla signora Cariotti, vincitrice, per cinque anni di seguito, del premio la rosa scarlatta. È inutile dire che in un condominio in cui i bambini venivano cresciuti a cinghiate e tornei di calcetto, le rose ebbero vita breve quanto l’amministrazione della Cariotti che alla vista dello scempio fatto dei suoi fiori ebbe un collasso emotivo. Ancora più curioso è il prato di erba gatta che sorge in un angolo, alle spalle delle palme e dei roseti sopravvissuti. Questo pratino fu voluto dall’amministratore Miao Tzluc, amante dei gatti sino all’eccesso. Il signor Miao era proprietario della più folta colonia di gatti mai vista nella regione, si dice che avesse anche una villa sulla riviera, abitata solamente da gatti. La signora Scricchione giurava che l’amore del signor Miao era così grande da considerare i propri gatti come persone, tanto da dargli a pranzo e cena tranci di filetto tagliati di fresco dal macellaio, mentre lui si accontentava di scatolette di una nota marca per padroni. Questi sono solo alcune delle stranezze bucoliche del condominio, vi fu il periodo dei rampicanti che furono tolti perché si incrementarono i furti all’interno degli appartamenti; o il periodo delle piante carnivore che furono eliminate quando cominciarono a sparire oltre alle zanzare, ai topi, ai gatti, anche i bambini. Voci maligne sostennero che fossero piante modificate geneticamente, installate da Her Furlanzo perché non amasse particolarmente i pargoli. Ed eccoci giunti al cuore della nostra storia. Come ogni cortile con aiole, anche il condominio Caldara ha il suo impianto di irrigazione. Installato in periodo Fascista, da i primi giorni d’impiego dimostrò di essere all’altezza del proprio compito. I tubi a camicia nera, voluti espressamente dal duce, erano l’orgoglio del fascio, sempre puntuali, puliti ed efficaci con i cannoncini a lunga gittata che bombardavano la distese sabbiose delle aiole, da poco seminate. Qualche cronaca dell’epoca riporta che “alle prime luci dell’alba le torrette lucenti di lega fascista,  si animano con una bella lucidata di olio di gomito e si tengon pronte a sferrare l’attacco. Il sibilo dell’acqua fascista irrora di fresca vita il cuore dei tubi in camicia nera, allo scoccare dell’ora, le truppe fasciste sferrano il loro attacco mortale, portando alla disfatta delle aiole da poco seminate. Il loro getto di acqua chiara riduce a insulsa fanghiglia il deserto inospitale. Alle dieci del mattino, le truppe ripongono i loro cannoni e ritornano nelle trincee intonando un canto di sollievo: Faccetta nera, bell’abissina…”.  Ma i bei giorni non durarono a lungo, con la caduta del regime, anche l’impianto di irrigazione accusò il colpo ed iniziarono, così,  le prime lotte interne. Una bella fetta di tubi e cannoncini si vestiron di rosso, pretendendo che l’orario di lavoro fosse dimezzato e che vi fossero assistenza sociale per le famiglie e per i pezzi sostituiti, la parte restante, ancora legata al fascio , cercava in tutti i modi di ostacolare la smania rivoluzionaria dei colleghi, cominciarono così i primi scioperi, le prime lotte, i tubi intasati volontariamente e mal menati e tra  questi spuntarono anche i primi gruppi anarchici che rivendicavano i propri diritti con atti di violenza inaudita.  Fatto sta che il sistema non tardò a collassare, a nulla valsero gli interventi di idraulici di fama mondiale, ci venne anche dall’America un equipe di esperti che aveva curato l’impianto di scarico dei vari Apollo. Niente, l’impianto non diede più segno di vita. Voci affermavano che gli attriti erano divenuti così forti che per scongiurare una guerra fredda, i due poli avversari si erano richiusi a riccio nelle rispettive metà, cessando ogni attività.  Ad oggi che di anni ne sono passati,  il Condominio Caldara continua ad avere un impianto di irrigazione inutilizzabile, dicono gli amministratori  e così per annaffiare le aiole si utilizzano delle fontanelle montate in epoche successive a cui sono collegate degli anonimi tubi di gomma. Ma di tanto in tanto capita che uno spruzzo di acqua chiara bagni un condomino distratto. Gli idraulici e gli amministratori dicono che si tratti di sbalzi di pressione ma chi ha vissuto la guerra sa bene che sono le vecchie fazioni che non hanno ancora risolto i vecchi attriti.