venerdì 25 novembre 2011

Da "Poesie a scoppio"


25)
Eppure, lo siete stati anche voi, piccoli rivoluzionari
dalle ossa fragili, lievi voci umide di motti
e slogan piovuti da riviste e quotidiani.
Marciavate in schiere di tre, quattro compagni,
tra le mura scalcinate degli istituti in cui
crescevate le vostre vite, vi sentivate grandi,
in grado di cambiare tutto, anche le lampadine
delle presidenze oscurate dal gretto materialismo
del potere.
Avevate tutto, giovinezza, bellezza, sesso, labbra
carnose piene di parole sconce e di sogni e ideali,
mani sottili strette in pugno, capelli al vento, fasce
e bandane rosse, bottiglie di vino, chitarre e canzoni
uscite chissà da dove; Striscioni lunghi sentieri
di sogni.
Avevate tutto. E ora, eccovi lì, ormai ridotti alla copia
ideale che nessuno mai avrebbe sospettato.
Siete il ritratto sputato dei vostri padri, seduti ai tavoli
dei bar, tra birre e carte napoletane, in tute di flanella,
le pance rigonfie di nulla, a parlare del niente che ormai
vi circonda. Aveste almeno avuto il coraggio di esser come
le vostre madri. Fatiche sprecate, ecco la vostra generazione,
la mia generazione. Eccola. Eccola.

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